Nasce dal progetto Ro.Ki. il nuovo portinnesto Ro.Ki.1 (Cpvo application code A202400432), già noto come Viola TM, di cui sono licenziatari esclusivi i tre vivai. I vivaisti Corrado Arigliani (Vivai Magalotti Quarto di Cesenatico), Andrea Righi (Vivai Righi di Verona) e Davide Simeoni (Simeoni Kiwiplants di Pordenone) accompagnati dal breeder Ferdinando Cossio, hanno portato Ro.Ki. a Macfrut 2024 e lì li abbiamo incontrati:
«La complessa problematica della morìa non lascia spazio a improvvisazioni e non dà certezze in merito alle soluzioni. Siamo entusiasti di poter finalmente annunciare questo nuovo portinnesto, nel quale riponiamo tutta la nostra fiducia e speranza».
Un problema di difficile soluzione
La morìa del kiwi (o Kvds Kiwifruit vine decline syndrome) ha causato l’espianto di moltissimi ettari (oltre il 35% della superficie nazionale) con gravi danni economici in quasi tutte le aree di coltivazione. Diverse realtà hanno iniziato la ricerca di possibili soluzioni di contenimento: dalle tecniche di gestione del suolo all’irrigazione, fino all’individuazione di nuovi portinnesti.
La rapida introduzione di nuovi portinnesti è naturalmente dettata e giustificata dall’emergenza morìa, tuttavia, sbagliare portinnesto vuole dire non tornare a una buona produttività e, in casi estremi, dover rifare il frutteto, con un notevole aggravio dei costi d’investimento. Sono tante le variabili che possono incidere sul comportamento del portinnesto: caratteristiche del suolo, presenza di microorganismi patogeni, condizioni climatiche, affinità di innesto con le diverse varietà, gestione dell’impianto.
È quindi necessaria una seria valutazione pluriennale per osservare il comportamento vegeto-produttivo in combinazione con le diverse cultivar e le condizioni pedoclimatiche nei diversi areali di coltivazione.
Un’idea, una sfida
«Coltivare kiwi in un contesto minato dalla morìa è una sfida – continuano i vivaisti –, per questo è da diversi anni che collaboriamo con i breeder per trovare possibili soluzioni per i nostri kiwicultori. In questo settore una sperimentazione pluriennale è d’obbligo e così, piano piano, lavorando insieme, test dopo test, siamo arrivati a brevettare il nuovo portinnesto. Inserito in diverse prove comparative, è risultato il migliore nei test di resistenza a moria. Ha finora dimostrato un ottimo comportamento in campo, sia innestato con A. deliciosa sia con A. chinensis: c’è un buon sviluppo vegetativo, una ottima produzione e una elevata tolleranza alla morìa».
«Ottenuti questi primi risultati, entusiasmanti e tecnicamente promettenti, abbiamo deciso di dare il via alla produzione e alla commercializzazione per offrire ai nostri clienti la possibilità di tornare a “fare kiwi”. Anche in questo caso facendo un passo alla volta - precisano i vivaisti -. Non vogliamo aver fretta e non vogliamo fare ora promesse, perché le reali caratteristiche di un portinnesto si misurano negli anni. I nostri portainnesti sono già stati inseriti anche in campi sperimentali seguiti da enti di ricerca pubblici in Veneto e in Piemonte per avere dei riscontri oggettivi sulle loro performances».
«Il nostro percorso è solo all’inizio e finora i dati raccolti e i risultati ottenuti ci supportano e ci stimolano a continuare il cammino appena iniziato con il progetto Ro.Ki - concludono -. “Il tempo è galantuomo” e solo gli anni ci potranno dare il riscontro finale: per ora riteniamo di essere partiti con il piede giusto e ci proponiamo di continuare con passi lenti e ben assestati in questo terreno difficile (in tutti i sensi), verso nuovi portainnesti, poiché le problematiche sono molte e le soluzioni non si improvvisano».